Thompson Jim - 1964 - Colpo di spugna by Thompson Jim

Thompson Jim - 1964 - Colpo di spugna by Thompson Jim

autore:Thompson Jim
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Thrillers, General, Thriller, Fiction
ISBN: 9788858412749
editore: Giulio Einaudi Editore
pubblicato: 2014-03-03T23:00:00+00:00


15

Ecco come volevo che sembrasse: Zio John aveva sparato a Tom con il proprio fucile, poi Tom gli aveva preso il fucile e aveva sparato a Zio John. O viceversa. Comunque, quando mi misi a pensarci in seguito, mi pareva che la gente non l'avrebbe vista affatto così. E questo significava che probabilmente si sarebbero messi a cercare il vero assassino. E per qualche tempo fui piuttosto preoccupato. Ma non era necessario. Per quanto fosse una follia totale, con Zio John ammazzato quasi due giorni dopo Tom, e tutti e due ovviamente morti quasi nello stesso istante in cui erano stati colpiti, alla fine nessuno ci trovò niente di strano. Non si domandarono proprio come avesse fatto un morto a ucciderne un altro.

Naturalmente, entrambi i corpi erano bagnati e coperti di fango, sicché non si poteva dire, su due piedi, quando fossero morti con esattezza; e qui a Potts County non siamo attrezzati per fare tanti esami scientifici e indagini. Se le cose sembrano in un certo modo, di solito la gente si immagina che siano proprio così. E se anche avessero avuto intenzione di far chiasso per qualcuno, non sarebbe stato per Tom Hauck o Zio John.

La semplice verità era che a nessuno fregava un accidenti di quei due. Per quanto riguardava Tom, era semplicemente la gradita eliminazione di una sgradita spazzatura; e uno di colore in più o uno in meno, a chi fregava, se non a qualche altro tizio colorato, e a chi fregava che gliene fregasse a loro?

Ma sto uscendo un po' dal seminato, credo…

* * *

Buttai il fucile tra Tom e Zio John. Poi, lasciando il cavallo e il carro di John dove si trovavano, tornai scarpinando per la campagna fino alla fattoria degli Hauck.

A quel punto era piuttosto tardi, o piuttosto presto, dovrei dire. Mancava più o meno un'ora all'alba. Attaccai il calesse, senza entrare in casa, e mi diressi in città.

La porta della scuderia era aperta e lo stalliere russava come una sega circolare su nel fienile. Una lanterna ardeva in un mastello di sabbia, gettando una luce tremolante lungo la fila di stalle. Sistemai cavallo e calesse senza fare il minimo rumore e lo stalliere continuò a russare. E uscii di nuovo nel buio, buio e pioggia.

Non c'era nessuno per strada, naturalmente. Anche senza la pioggia, nessuno sarebbe stato fuori a quell'ora. Entrai nel tribunale, mi levai gli stivali e sgattaiolai di sopra, a letto.

Il calduccio asciutto era una meraviglia, dopo tutto il tempo passato con quei vestiti bagnati addosso, e dovevo essere totalmente esausto. Perché mi addormentai di colpo, invece di rigirarmi per quindici, venti minuti come faccio di solito.

Poi, nello stesso momento in cui la mia testa toccava il cuscino, o così mi parve, Myra cominciò a strillare e a scuotermi.

«Nick! Nick Corey, alzati di lì! Santo cielo, vuoi dormire tutta la notte e anche tutto il giorno?»

«Perché no?» borbottai, aggrappandomi ai cuscini. «Mi sembra un'ottima idea.»

«Ho detto alzati! È mezzogiorno e c'è Rose al telefono!»

Mi lasciai tirare su e parlai con Rose per un minuto o due.



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